Biografia
Renato Bristot nasce nel 1919 a Cusighe in provincia di Belluno. Frequenta le scuole
elementari, le medie ed i primi anni delle superiori che deve però abbandonare per
iniziare a lavorare nell'impresa edile del padre e del fratello.Già all'età di 15 anni mostra
una spiccata propensione verso il disegno con matita e successivamente con colori a
pastello. Nonostante la sua abilità sia già ampliamente riconosciuta, negli anni '30 la
sua passione viene accantonata per far spazio al lavoro nella ditta di famiglia che lo
impegna l'intera giornata.
All'età di 20 anni, in concomitanza con lo scoppio della seconda guerra mondiale, viene
chiamato ad arruolarsi nell'esercito. Durante la visita di leva, gli addetti, accorgendosi
della sua perfetta calligrafia, decidono di dispensarlo dal fronte per impiegarlo negli
uffici quale addetto ai registri matricola.Terminata la guerra torna alla sua attività nella
ditta di famiglia.
Nel 1968, con l'evolvere dei tempi e una maggiore libertà dal lavoro, decide di iniziare a
dipingere. Una domenica mattina carico di idee ed entusiasmo accumulati negli anni,
rivolge la tela verso gli amati paesaggi del bellunese e comincia riempire gli spazi con
la sua arte. In quell'anno comincia anche a visitare mostre di altri pittori con i quali
stringe amicizia e scambia opinioni sulle tecniche e sugli stili stili. Tra questi c'è Toni
Piccolotto (tra i più brillanti artisti della scena bellunese di quel periodo), con il quale spesso si reca a dipingere nella Val Belluna.
Nel 1969 spinto dallo stesso Piccolotto e dagli altri pittori si propone con una mostra alla Galleria “La Cornice” di Belluno con una prima panoramica di tele che, come scrive in proposito il Gazzettino, lascia già intravedere le potenzialità dell'artista: «Un buon “ottocentismo” caratterizza i suoi quadri, che scorrono piacevolmente davanti allo sguardo, destando emozioni ed impressioni tipici di un'epoca trascorsa e mantenuta palpitante da Bristot. Quei boschi, quei prati, quei sentieri di campagna, le fronde di una vegetazione ricca, quelle impressioni invernali, non possono non far ricordare l'influenza dapprima di Cima, quindi di Piccolotto, ultimi maestri di questa pittura di tradizione (nel senso migliore dell'espressione), che piace sempre e che può ancora recitare una parte nell'espressione contemporanea. Bristot, tuttavia, si stacca anche per una tavolozza veramente robusta, in cui i colori vivaci si alternano decisamente con le tonalità più cupe, creando un ambiente tragico ed esaltante, caratteristico di una giovinezza pittorica incredibile per l'autore. I suoi quadri non riservano tematiche o dialettiche estetiche. Sono più semplicemente la traduzione di una vocazione e di una tendenza pittorica che sgorgano convinte, particolarmente nelle nature morte in cui le profondità e le luci esprimono un virtuosismo da sottolineare».
In occasione della seconda mostra proposta nuovamente a “La Cornice” nel 1971 il Gazzettino scrive ancora di lui: «Ha dimostrato di aver messo a frutto il tempo che lo ha separato dall'esordio... Questa volta c'è un po' di tutto. Dall'emblematico trofeo di caccia bellunese, alle nevicate colte nelle nostre contrade. Bristot espone anche qualche scorcio campestre, un paio di buoni autunni, alcuni fiori, una marina ed altri soggetti affini. In quasi tutti la pennellata si posa su una base bozzettistica, collegando le diverse zone con fusioni cromatiche che ammorbidiscono il tutto. Bristot è istintivo. Lo dimostra per l'appunto la pittura di getto che si “scaglia” sulla tela anche incontrollatamente. Ed è allora che la tecnica di recupero, di rappezzamento, molto spesso raggiunge il proprio limite, indicando come l'autore sia più propenso ad una pittura immediata, piuttosto che ad un'arte meditata». Ed ancora: «Forse è uno degli ultimi; di coloro che dipingono quando sentono impellente la necessità di descrivere sulla tela le emozioni passeggere, senza prefiggersi un tema, una conquista estetica, senza voler porre pietre miliari nella storia dell'arte». Nel 1975 partecipa con l'opera “Frutti di mare” al 5° trofeo nazionale di pittura Magna Grecia di Taranto, rassegna considerata come una delle più importanti dell'Italia meridionale, dove viene premiato con medaglia d'argento. Nello stesso anno si reca a Roma per prendere parte al “Primo incontro Lazio-Veneto Mostra sportiva e libera” aggiudicandosi anche in questo caso la medaglia d'argento. Fino al 1985 dipinge nel tempo libero, in seguito lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla pittura. Organizza numerose mostre personali e partecipa a varie esposizioni collettive. Infatti nel 1992 prende parte alla mostra collettiva a Palazzo dei Congressi di Millstatt Carinzia in Austria (centro di cura ma anche di cultura di livello europeo che annovera presenze di turisti proveniente da ogni angolo d'Europa), insieme ad altri tre pittori nostrani (Casagrande, Penso e Pinto) facendosi grande onore.
Nel 1994, si reca nel Principato di Monaco per partecipare ad una mostra di pittura contemporanea organizzata alla galleria d'arte Monaco Art Auction di Montecarlo. In tale occasione scrivono di lui: «Renato Bristot è un pittore e grafico di grande talento e sensibilità che si manifesta in tutte le sue opere. La sua espressività pittorica rivela luce, lievità e poesia in una verità di colori che accresce la sensibilità ed il sentimento del fruitore man mano che egli si immerge nell'opera...» (Vincenzo D'Austria). Ed ancora: «[...] Bristot è principalmente paesaggista: la scelta dei suoi soggetti non è mai casuale, ma conseguente ad una ricerca – a volte lunga e sofferta – che gli muove pensieri che danno fervore alla mente ed al cuore. Egli quando dipinge deve “sentire” il soggetto e, di conseguenza, “sente” il colore, che con grande maestria dispone sulle tele con ottimo gusto cromatico e con sapiente utilizzo della conoscenza del disegno e della prospettiva» (Italo Rossi).
Nel 1997 arriva fino in Spagna, a Cadiz, per prendere parte all' “Exposiciòn de Arte Contemporaneo” presso El Centro Cultural Alfonso X° El Sabio. Oltre alle esposizioni collettive, Bristot colleziona anche diverse mostre personali; tra queste merita di essere citata quella organizzata a Belluno presso la Sala “De Luca” nel 2000 attraverso la quale Bristot ha riscosso un grande successo di critica e pubblico: «La pittura prodotta da Bristot negli ultimi due anni - scrive Paolo Rizzi nel libretto che annuncia l'esposizione - È la sua migliore, egli ha acquistato una freschezza nelle stesure, una sicurezza, un senso armonico del colore, un'immediatezza di effetti e un'aderenza ai valori atmosferici dell'ambiente cui mai aveva attinto, con tale maturità, nel passato. Bristot, del resto - prosegue Rizzi - conserva una carica di entusiasmo ben rara».
Negli anni precedenti alla morte Renato Bristot continua a dipingere sempre en plein air e la sua ormai definitiva padronanza della tavolozza gli permette di far apparire sulla tela tutte le sue emozioni. Dalla grande vetrata di casa sua, aperta verso il col di Roanza, ha meditato per tutta la vita sul paesaggio della sua terra, riuscendo a fondere il meglio della tradizione locale con la modernità della più ardita avanguardia europea.